LA COSCIENZA DI SE' NEGLI UCCELLI
L’equivalenza tra animali umani ed animali non umani è evidente di per se stessa ma trova sempre più conferme nel campo della ricerca neurologica.
Infatti, se erano già state individuate uguaglianze nelle strutture del cervello umano con quello dei primati e di quasi tutti i mammiferi ed nello specifico la presenza della medesima zona strutturale del cervello (la corteccia cerebrale) dove si ritiene avvenga l’attività neuronale alla base dell’autocoscienza, negli uccelli questa sezione cerebrale non è presente.
E questo aveva scatenato i sostenitori della supposta superiorità dell’animale umano su quelli animali diversi dai mammiferi.
Ma ora due studi differenti hanno riscontrato nella sezione cerebrale chiamata pallio degli uccelli un'organizzazione neurale simile a quella della corteccia dei mammiferi. Da questa scoperta concordano i ricercatori che “appare inevitabile concludere che gli uccelli hanno ciò che appare come una coscienza, cioè schemi di attivazione neurale che rappresentano il contenuto mentale che controlla il comportamento”.
Andiamo ad analizzare i due studi. Il primo è stato realizzato da Martin Stacho, dell’Università della Ruhr a Bochum, in Germania dove è stato caratterizzato l'anatomia del pallio nei piccioni e nei barbagianni con una tecnica di luce polarizzata in 3D e altre metodiche di tracciamento dei circuiti neurali, mappando così la struttura neuronale di questa regione cerebrale in modo molto dettagliato. Dall’analisi è emerso che nel cervello di entrambe le specie i circuiti delle fibre neuronali palliali sono organizzati in un’architettura sorprendentemente simile alla corteccia stratificata dei mammiferi.
Nel secondo studio Andreas Nieder e colleghi dell’Università di Tubinga, in Germania, hanno invece analizzato la risposta neuronale di alcuni esemplari addestrati di Corvus corone in una serie di test di percezione visiva.
I ricercatori si sono inoltre interrogati se questa struttura preposta all’autocoscienza sia nata dall’ultimo antenato comune di mammiferi ed uccelli vissuto circa 300 milioni di anni fa o se sia il risultato di una evoluzione convergente.
Di sicuro possiamo ricavarne una lezione importante: la’attività neuronale è ancora in gran parte da chiarire e pericolose distinzioni di ‘valore’ tra esseri viventi sulla base della presenza o meno di aree cerebrali non ha alcun fondamento logico.
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