RIDARE ALLA NATURA: IL RINSELVATICHIMENTO
In questi ultimi anni sta prendendo sempre più piede una pratica molto interessante soprattutto nelle nazioni dove l'assenza di zone selvatiche è quasi totale: quella di abbandonare la coltivazione di vasti terreni, perlopiù poco fertili o comunque non in grado di generare un profitto, lasciando che la Natura faccia il suo corso facendoli ritornare selvatici, come erano prima che l'uomo intervenisse con la sua azione.
Questa pratica ha davvero molti vantaggi, tanto da poter essere definita una situazione in cui tutti vincono.
Partiamo da due esempi pratici per capire meglio di cosa sto parlando.
Per il primo esempio ci spostiamo nel West Sussex dove i coniugi Knepp nel 2001 decisero di trasformare il loro terreno agricolo di 14.000 ettari ormai poco o niente produttivo a causa dello sfruttamento ed inaridimento del suolo e dell'ambiente in una oasi di biodiversità. Come? Semplicemente lasciando che la Natura facesse il suo corso. E' servita solo una 'spintarella' iniziale con l’introduzione di alcuni animali come maiali, cervi e mucche della specie che abitavano originariamente quella terra. In poco tempo da "deserto biologico" come da loro definito il loro terreno è diventato un paradiso di biodiversità che attira biologi, ecologisti e curiosi da tutto il mondo. Rare specie di uccelli, di invertebrati e anche altri grandi mammiferi hanno fatto la loro ricomparsa attirati da questa oasi nel deserto.
Nel secondo esempio ci spostiamo sul confine tra Germania e Polonia nello stato federale di Mecklenburg-Vorpommern.
Qui il terreno è ancora più vasto, 250.000 ettari che secondo il progetto Rewilding Oder Delta è da riconvertire interamente in una zona selvatica. Questa zona infatti era totalmente agricola ma la rottura di una diga nel 1995 l'ha resa non sfruttabile dagli agricoltori. Ora il territorio è già rinselvatichito ed è già un hotspot di biodiversità ma per Stefan Schwil, direttore del progetto, non è ancora sufficiente. Si vuole infatti far ritornare in Germania il bisonte europeo che nella vicina Polonia pascola libero. L'introduzione in questo territorio che la Natura si è ripreso completerebbe il cerchio.
Come abbiamo visto quindi, nelle nazioni dove il territorio e l'ambiente è stato sfruttato massicciamente la Natura è quasi scomparsa con grave danno alla biodiversità ed alla autosufficienza ed in ultimo alla nostra stessa sopravvivenza. Ma una inversione di tendenza sembra ormai prossima. Infatti come abbiamo visto grandi appezzamenti di terra, non più produttivi per gli alti costi e la poca produttività del terreno nel caso inglese, per una rottura di una diga nell'esempio tedesco, possono riconvertirsi in terre selvagge con grandi vantaggi per:
1) Gli animali
2) La biodiversità
3) La ricchezza dei proprietari
1) Per gli animali perché finalmente tutti quelli esseri viventi privati del loro habitat potranno finalmente prosperare.
2) Da ciò quindi un aumento della biodiversità di cui tutti, animali umani e non umani possiamo beneficiare. Più solo le specie che con la loro attività compiono azioni fondamentali per la sopravvivenza dell'ambiente come ad esempio l'impollinazione minori saranno infatti le probabilità di perdere questi attori fondamentali. Se ad esempio il cambiamento climatico dovesse far scomparire uno di questi animali, con una alta biodiversità è molto probabile che altre specie possano riempirne il posto vacante.
3)Ma oltre ai temi più importanti come i diritti di tutte le specie viventi e la salubrità e sicurezza dell'ambiente, sono anche le tasche degli (ex) agricoltori ad avvantaggiarsene.
Nel caso dei coniugi Knepp non solo ridare la terra alla Natura ha abbattuto i costi di mantenimento ma ha permesso la creazione di numerose altre entrate. Dalla vendita (purtroppo) di carne dei grandi mammiferi abbattuti quando questi sovrappopolano pericolosamente il territorio, alle entrate dei turisti che pagano per poter vivere una giornata in mezzo alla vera Natura in case sugli alberi o altre sistemazioni 'naturali'; ai corsi o safari fotografici ed infine ai sussidi governativi per incentivare la diffusione della biodiversità.
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