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SEZIONE BOTANICA
È curioso notare come nell'opinione popolare le piante siano sempre in qualche modo sottovalutate sia in relazione alla loro importanza per noi umani e per l'ambiente che alla loro complessità.
Anche a livello accademico il mondo vegetale è stato sempre un po bistrattato, se si osserva il maggior numero di studi, pubblicazioni ed articoli del mondo animale. Certo le eccezioni storiche non sono mancate, da Teofrastro a Leonardo da Vinci, ma la botanica e le piante che essa studia ` rimasta in qualche modo una scienza di nicchia.
Eppure tra noi animali e le piante non c'è una differenza di grado evolutivo. Noi ci siamo separati dalle piante all'incirca 1 miliardo di anni fa e queste ultime hanno scelto un cammino evolutivo diverso dal nostro, per certi versi opposto. Ed è proprio le grandi differenze accompagnate spesso dai impressionanti somiglianze che rendono le piante cosi affascinanti.

Autotrofi e sessili (ossia fisse al terreno), le piante hanno una struttura modulare che le rende resistenti ai danni dall'ambiente, sono quindi solide e flessibili. Invece di specializzare alcune funzioni in singoli organi come noi animali le piante hanno infatti diffuso le loro capacit&garave; in tutto il loro corpo, salvo alcune eccezioni come quella degli apici radicali localizzata appunti nelle radici. Ma a differenza del mondo animale in quello vegetale non si fa affidamento su un unico organo che se danneggiato porta alla morte dell'organismo ma si può contare su una moltitudine di organi, basti pensare a quante foglie o radici un organismo vegetale può produrre.

Ma come detto ad affascinare è anche l'incredibile somiglianza di tante funzioni e meccanismi. Le piante infatti, anche se ad una osservazione superficiale non sembrerebbe, possiedono il senso della vista, del tatto, dell'olfatto, sanno benissimo come sono collocate nello spazio che li circonda e hanno memoria degli stimoli ambientali. Sanno mimetizzarsi, comunicano tra loro e possono persino ingannare altre consimili o usare droghe per ottenere 'un aiuto' da animali come le formiche.
Insomma il mondo botanico presenta delle continue meraviglie.
IL COLORE DEI FIORI STA CAMBIANDO
Le piante stanno cambiando colore ai loro fiori per adattarli ai cambiamenti climatici. Ricercatori dell'Universitaegrave; di Clemson, in South Carolina, hanno rilevato tramite una camera sensibile ai raggi ultravioletti le variazioni nei pigmenti dei fiori campionati negli ultimi 75 anni scoprendo che la concentrazione di pigmenti capaci di assorbire i raggi UV è costantemente aumentata. Questa concentrazione è conseguenza del buco dell'ozono e del surriscaldamento globale. I pigmenti dei fiori che ne determinano il colore infatti hanno una funzione protettiva contro i raggi UV che notoriamente penetrano sempre più nell'atmosfera a causa del buco dell'ozono provocato dall'attività antropica. Le piante quindi difendono i loro fiori dall'azione dannosa dei raggi ultravioletti aumentando la concentrazione di pigmento assorbendone cosi maggiori dosi ma alterando di conseguenza il colore del fiore. Ma non solo: quando il polline del fiore si trova ben all'interno del fiore la pianta non può aumentare il pigmento perchè oltre al progressivo indebolimento dello scudo di ozono deve fare i conti con il riscaldamento globale: il polline già sottoposto a stress per le temperature più alte si seccherebbe se il fiore aumentasse il pigmento perchè questo causerebbe un ulteriore innalzamento della temperatura. Pertanto in questo caso la pianta diminuisce la concentrazione del pigmento.





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