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SEZIONE VEGANESIMO
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Chiarisco subito un punto, il veganesimo non è una dieta ne un modo di vivere, non ha a che fare con l'ambientalismo ne col mangiar sano (seppure ha molti punti in comune con entrambe le cose) ma riguarda esclusivamente i diritti degli animali. Il veganesimo (etichettato a livello internazionale come vegan) è infatti il rifiuto di mangiare e sfruttare gli animali a scopo alimentare in quanto li si ritiene esseri dotati di valore e sensibilità pari a quelli umana ossia quindi titolari del diritto alla vita, alla salute, alla libertà e tutti i più fondamentali ed inviolabili diritti che sono riconosciuti ormai mondialmente ad ogni essere umano.
Chi segue una alimetazione priva di carne e di prodotti derivati dalla carne infatti ha capito che tutti gli esseri viventi hanno un valore intrinseco che è altissimo ed intoccabile. Mangiare carne significa quindi privare della vita un altro essere vivente, mangiarne le uova o berne il significa privare della libertà di movimento l'animale che non è più padrone di se stesso, con tragiche conseguenze. Infatti nell'industria ovaiola i pulcini maschi vengono subito uccisi con metodi indegni e inaccettabili, le galline invece sono costrette a passare il resto della loro vita in minuscole gabbie senza potersi quasi muovere, in stanzoni bui e pieni di escrementi; le mucche vengono ingravidate a forza, gli viene strappato subito il vitello con gravissimo danno emotivo e quest'ultimo viene quasi sempre ucciso e spesso in maniera crudele e come la gallina la mucca passerà la sua vita d'inferno in un posto chiuso ed angusto. Certo nessun vegano si lamenterebbe se si potesse mangiare qualche uovo ogni tanto preso da galline che vivono all'aperto e libere, se potessimo ogni tanto rubare qualche goccia di latte alle mucche (o pecore o capre) senza fare nessun danno, ma queste situazioni sono sostanzialmente utopistiche, anzi nel caso del latte vaccino è del tutto impossibile. La quasi totalità delle uova che vengono immesse in commercio sono di allevamenti intensivi o comunque strutture lager per le povere galline.
L'unica obiezione che si potrebbe sollevare al veganesimo è se tutti gli esseri umani del pianeta possano vivere in salute mangiando solo vegetali e loro derivati. Ma anche qui la letteratura è a favore dei vegani: centinaia di atleti professionisti seguono una dieta vegan, milioni di persone nel mondo ormai non mangiano da anni carne e derivati animali, senza che sia stato registrato alcun problema. L'unico vero ostacolo è rappresentato dall'assunzione della vitamina B12 che non è quasi presente, o comunque non in modalità tali da risultare utile, nei vegetali. Per far fronte a questo problema però si può ricorrere ad integratori o fare una eccezione nel consumo di animali permettendo il consumo di cozze ricchi di tale vitamina e privi di sistema nervoso centrale. Anche una seria regolamentazione che protegga dignità, vita e benessere delle galline potrebbe portare ad allevamenti realmente naturali dove si potrebbe attingere in maniera contenuta ad un certo quantitativo di uova. Insomma le alternative del tutto o quasi compatibili con i diritti degli animali non mancano.
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ALLEVAMENTI INTENSIVI: UN MALE PER NATURA e CLIMA
Una notizia che accomuna ambiente d diritti (rinnegati) di tutti gli animali che vivono in condizioni di estrema sofferenza negli allevamenti intensivi.
Un rapporto Greenpeace infatti ha infatti calcolato che la zootecnia europea emette l'equivalente di 502 milioni di tonnellate di CO2 all'anno. Includendo le emissioni indirette di gas a effetto serra, che derivano dalla produzione di mangimi, dalla deforestazione e da altri cambiamenti nell'uso del suolo, le emissioni annuali totali attribuibili alla zootecnia europea sono equivalenti a 704 milioni di tonnellate di CO2. Una quantità maggiore di quanto non ne emettano tutte le auto e i furgoni di tutta l'UE in un anno.
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